Un film di Gianluca D’Elia
Durata: 2 minuti
Genere: Portrait film | Visual diary |Lifestyle
Durata: 2 minuti
Genere: Portrait film | Visual diary |Lifestyle
Ermanno Foroni è uno storico fotografo di Reggio Emilia. Dal 1986 ha viaggiato per il mondo con la sua inseparabile Canon F1, raccontando guerre, volti, quotidianità e luoghi dimenticati.
Questo documentario è un ritratto sincero di un uomo che ha scelto di vivere attraverso la fotografia, rinunciando a tutto il resto. Un viaggio nella memoria di un testimone silenzioso che ha fatto della pellicola la sua voce.
“Non ho mai comprato una casa, ma ho vissuto emozioni impagabili. Rifarei tutto.”
Questo documentario è un ritratto sincero di un uomo che ha scelto di vivere attraverso la fotografia, rinunciando a tutto il resto. Un viaggio nella memoria di un testimone silenzioso che ha fatto della pellicola la sua voce.
“Non ho mai comprato una casa, ma ho vissuto emozioni impagabili. Rifarei tutto.”





Quando sono entrato per la prima volta nello studio di Ermanno Foroni, ho avuto la sensazione di entrare in un archivio umano.
Non solo per le pareti ricoperte di foto, ma per il modo in cui le raccontava. Ogni immagine aveva un nome, un luogo, un odore. Non erano solo scatti, erano capitoli di vita.
Non solo per le pareti ricoperte di foto, ma per il modo in cui le raccontava. Ogni immagine aveva un nome, un luogo, un odore. Non erano solo scatti, erano capitoli di vita.
Ermanno ha cominciato a fotografare negli anni '80, quando ancora si stampava in camera oscura e il rumore dell’otturatore aveva un peso diverso. Ha girato il mondo con una Canon F1 al collo, e una fame sincera di storie.
Mi ha raccontato di guerre e baraccopoli, di bambini, di deserti, di città invisibili. Ma sempre con una dolcezza disarmante. Come se, dietro ogni dramma, avesse trovato un frammento di bellezza da salvare.
Mi ha raccontato di guerre e baraccopoli, di bambini, di deserti, di città invisibili. Ma sempre con una dolcezza disarmante. Come se, dietro ogni dramma, avesse trovato un frammento di bellezza da salvare.
Durante le riprese ho cercato di restituire il suo sguardo.
Ho scelto uno stile sobrio, intimo, lasciando spazio alle sue parole e alle sue fotografie. Non volevo sovrappormi, solo accompagnarlo. Mostrare le mani che sfogliano le stampe, lo sguardo che si perde nei ricordi, la voce che trema appena quando parla di certi viaggi.
Ho scelto uno stile sobrio, intimo, lasciando spazio alle sue parole e alle sue fotografie. Non volevo sovrappormi, solo accompagnarlo. Mostrare le mani che sfogliano le stampe, lo sguardo che si perde nei ricordi, la voce che trema appena quando parla di certi viaggi.
Quello che mi ha colpito più di tutto è stato il suo senso di libertà.
“Non ho mai comprato una casa,” mi ha detto sorridendo, “ma ho visto il mondo. Ho speso tutto per i miei viaggi e rifarei tutto.”
C’è una dignità rara in queste parole. Una forma di ricchezza che non si misura in metri quadri, ma in emozioni, in chilometri percorsi, in incontri vissuti.
“Non ho mai comprato una casa,” mi ha detto sorridendo, “ma ho visto il mondo. Ho speso tutto per i miei viaggi e rifarei tutto.”
C’è una dignità rara in queste parole. Una forma di ricchezza che non si misura in metri quadri, ma in emozioni, in chilometri percorsi, in incontri vissuti.
Questo breve documentario è il mio modo per dire grazie a Ermanno.
Perché ci ricorda che la fotografia, quando è vera, non è mai solo un’immagine: è un modo di stare al mondo.
Perché ci ricorda che la fotografia, quando è vera, non è mai solo un’immagine: è un modo di stare al mondo.