Un film di Gianluca D’Elia
Durata: 1 minuti
Genere: Portrait film | Visual diary |Lifestyle
Durata: 1 minuti
Genere: Portrait film | Visual diary |Lifestyle
Marco Sergiampietri è un artista del tatuaggio. Nato a Chicago, si trasferisce a Reggio Emilia portando con sé un bagaglio culturale fatto di contaminazioni, tecniche e visioni.
Qui intreccia le sue radici americane con l’energia creativa dell’Emilia Romagna, dando vita a uno stile personale e profondo. Questo breve documentario racconta il suo percorso, tra identità, pelle e inchiostro.
Qui intreccia le sue radici americane con l’energia creativa dell’Emilia Romagna, dando vita a uno stile personale e profondo. Questo breve documentario racconta il suo percorso, tra identità, pelle e inchiostro.






Ci sono storie che si raccontano da sole, basta saperle ascoltare. Quella di Marco Sergiampietri è una di queste.
Lo incontri, ti stringe la mano con naturalezza, e senti subito che dietro ai suoi tatuaggi c’è molto più di una semplice estetica: c’è una vita intera, vissuta tra due mondi.
Lo incontri, ti stringe la mano con naturalezza, e senti subito che dietro ai suoi tatuaggi c’è molto più di una semplice estetica: c’è una vita intera, vissuta tra due mondi.
Marco è nato a Genova, ha vissuto a Chicago, ma vive da anni a Reggio Emilia. Due universi lontani, eppure perfettamente cuciti insieme nel suo modo di essere, di pensare, di creare. Quando me l’hanno proposto come soggetto per un breve documentario, ho capito subito che non volevo fare un video “sui tatuaggi”, ma un ritratto più profondo. Un film sulla trasformazione, sull’identità, sullo spazio sottile dove si mescolano provenienza e appartenenza.
Abbiamo girato nel suo studio, tra aghi, macchinette e disegni sparsi ovunque. Un caos ordinato, come ogni spazio creativo. Marco parlava con naturalezza, tra un tatuaggio e l’altro, mentre io cercavo di cogliere i dettagli: il modo in cui impugna la macchinetta, lo sguardo concentrato mentre disegna, la cura con cui si relaziona ai corpi e alle storie dei suoi clienti.
Perché ogni tatuaggio, per lui, è un frammento di narrazione. Una traccia viva sul corpo, qualcosa che resta.
Perché ogni tatuaggio, per lui, è un frammento di narrazione. Una traccia viva sul corpo, qualcosa che resta.
Dal punto di vista visivo, ho voluto restituire un senso di intimità e ritmo lento. Il film è costruito attorno a piccoli momenti silenziosi, dettagli ravvicinati, luci calde. Ho lavorato molto sulla fotografia per restituire l’atmosfera dello studio, il contrasto tra la concretezza dei gesti e l’intensità emotiva di ciò che rappresentano.
Una delle cose che più mi ha colpito di Marco è il modo in cui parla delle sue radici. Non come qualcosa da ostentare, ma come una presenza sotterranea, che alimenta il suo stile. La cultura americana è lì, ma filtrata, reinterpretata attraverso la sensibilità di Marco e il suo amore per la natura. È un’ibridazione naturale, autentica, mai forzata.
Quando ho finito di montare il film, ho capito che era più di un ritratto. Era un piccolo omaggio a chi riesce a trasformare il proprio passato in forma d’arte.
Marco lo fa ogni giorno, con inchiostro e pelle.
Marco lo fa ogni giorno, con inchiostro e pelle.