Un film di Gianluca D’Elia
Durata: 6 minuti
Genere: Documentario emotivo | Visual diary | LGBTQIA+

"Butterfly" è un viaggio intimo nella vita di Pasquale, un uomo che ha imparato a volare abbracciando ogni sfumatura della propria identità. Attraverso il silenzio, la lotta e la metamorfosi, il documentario racconta la forza di chi, nonostante il giudizio e le ferite, sceglie ogni giorno di essere autenticamente sé stesso. In un mondo che spesso chiede di nascondersi, "Butterfly" è un inno delicato e potente alla libertà di esistere, senza compromessi.
Tutto è cominciato con una voce. Non quella della Zia, la sua drag queen esplosiva e piena di vita, ma quella più fragile, tremante, sommessa.
Era la voce di Pasquale, prima ancora del trucco, del palco, dei sorrisi.
Una voce che parlava da un luogo profondo. E mi ha colpito subito, come un pugno nello stomaco.
Quando ho conosciuto Pasquale, non sapevo ancora che avrei realizzato un documentario. Stavo cercando una storia che parlasse di identità, ma non volevo l’ennesima narrazione didascalica.
Volevo qualcosa di viscerale, che mi spingesse a guardare dentro di me.
E quella storia è arrivata.
Pasquale è padre di due bambine. È cresciuto in una famiglia in cui “quello che decidi di essere nella vita, qui non verrà accettato”.
Ha represso tutto per anni, fino a quando — in silenzio, in una camera, davanti allo specchio — ha deciso di rinascere. Di notte, ha creato la Zia.
Una drag queen ironica, pungente, travolgente.
Una maschera? No. Una valvola. Un grido di libertà.
“Quando mi trucco, mi carico. Ma nel momento in cui devo uscire, l’ansia mi taglia il fiato. Poi parte la base… e una bomba di adrenalina esplode.”
Con Butterfly ho voluto raccontare questa trasformazione.
Ma non solo la trasformazione estetica.
Ho voluto raccontare la solitudine, la depressione che ti divora piano, e soprattutto quella scintilla di coraggio che arriva quando smetti di fingere.
Il documentario è costruito come un piccolo viaggio sensoriale, tra le strade grigie della città e la danza dorata nei giardini di una reggia.
Ho lavorato come si lavora ai sogni — per suggestioni, tagli netti, respiri.
Lui parlava, io ascoltavo.
E a ogni frase, capivo che questa non era solo la storia di Pasquale.
Era anche la mia. La nostra. Quella di tutti noi che, almeno una volta nella vita, ci siamo nascosti.
“Adesso sono quella foglia che vola prima di cadere. Nel volare hai tutto: emozioni, passato, speranza. Quando ti stacchi dall’albero, il viaggio è solo tuo.”
Butterfly celebra chi sceglie, ogni giorno, di essere autentico, nonostante tutto.
Chi cade, ma mentre cade — danza.

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